Test di biocompatibilità: nell’ambito medico, la sicurezza del paziente rappresenta una priorità indiscutibile. Le procedure diagnostiche e chirurgiche, seppur avanzate, sono intrinsecamente legate all’interazione tra il paziente e diversi dispositivi o materiali medici. Quest’interazione, fondamentale per il successo delle terapie, deve avvenire senza introdurre rischi per la salute del paziente.

La questione centrale riguarda quindi la capacità di questi dispositivi di svolgere la loro funzione in modo ottimale, evitando effetti avversi quali risposte tossiche, alterazioni fisiologiche, reazioni immunogeniche o potenziali mutagenesi. Per assicurare tale sicurezza, è fondamentale che ogni dispositivo medico venga sottoposto a rigorosi test di biocompatibilità.

La valutazione della sicurezza biologica fa parte dei requisiti generali di sicurezza e prestazione definiti per i Dispositivi Medici dal Regolamento (UE) 2017/745 (MDR) e per i dispositivi medico-diagnostici in vitro dal Regolamento (UE) 2017/746 (IVDR).

È essenziale, nella fase di progettazione di un Dispositivo Medico, sviluppare una strategia di test adeguata per la valutazione biologica. Questo deve tenere conto della composizione chimica e fisica dei materiali utilizzati (in base al tipo di Dispositivo Medico), della natura dei tessuti del paziente che entreranno in contatto con il dispositivo (grado di invasività) e della durata dell’esposizione.

Adottando un approccio basato sulle prove di biocompatibilità, l’industria medica conferma il proprio impegno nella salvaguardia della salute dei pazienti, mettendo al centro dell’attenzione la sicurezza e l’efficacia dei dispositivi utilizzati.

 

Che cos’è il test di biocompatibilità?

Nell’ambito della sicurezza dei dispositivi medici, i test di biocompatibilità sono fondamentali per valutare la compatibilità di un dispositivo con un sistema biologico. Tali test esaminano meticolosamente l’interazione tra il dispositivo e i vari tessuti e cellule viventi con cui entrerà in contatto. L’obiettivo principale è garantire che, una volta esposto al paziente, il dispositivo non provochi reazioni avverse o interazioni indesiderate.

Per i produttori di dispositivi medici, l’obiettivo è chiaro: offrire soluzioni che massimizzino i benefici per i pazienti minimizzando contemporaneamente qualsiasi rischio biologico. Questa aspirazione si traduce nella necessità di aderire ai requisiti richiesti per i test di biocompatibilità, stabiliti dalle autorità regolatorie internazionali. Questi standard assicurano che ogni dispositivo medico, prima di raggiungere il mercato, sia stato sottoposto a verifiche obbligatorie per garantirne la sicurezza dal punto di vista biologico.

 

Gli standard dei test di biocompatibilità

Gli standard di riferimento sono rappresentati dalla serie ISO 10993, la United States Pharmacopoeia (USP), l’American Society for Testing and Materials (ASTM) e la serie OECD.

Nello specifico la norma UNI EN ISO 10993-1:2021 descrive:

  • i principi generali che regolano la valutazione biologica dei dispositivi medici all’interno di un processo di gestione del rischio;
  • la classificazione generale dei dispositivi basata sulla natura e sulla durata del loro contatto con il corpo;
  • la valutazione di tutti i dati esistenti pertinenti;
  • l’individuazione delle lacune nei dati disponibili impostata sulla base di un’analisi dei rischi;
  • l’individuazione di dati aggiuntivi necessari per analizzare la sicurezza biologica dei dispositivi medici;
  • la valutazione della sicurezza biologica dei dispositivi medici.

Le altre sezioni e capitoli dello standard comprendono:

  • Sezione 1: valutazione ed esperimento;
  • Capitolo 2: requisiti per il benessere degli animali;
  • Parte 3: test di genotossicità, cancerogenicità e tossicità riproduttiva;
  • Sezione 4: selezione di esperimenti di interazione del sangue;
  • Sezione 5: saggi di citotossicità extracorporea;
  • Parte 6: esperimenti sugli effetti locali dopo l’impianto;
  • Sezione 7: residui di sterilizzazione con ossido di etilene;
  • Sezione 8: Selezione e caratteristiche dei materiali di riferimento per esperimenti biologici;
  • Capitolo 9: Studio preliminare per identificare e quantificare i potenziali prodotti di degradazione;
  • Sezione 10: esperimenti per l’irritazione e la sensibilità della pelle;
  • Sezione 11: test di tossicità sistemica;
  • Sezione 12: preparazione del campione e materiali di riferimento;
  • Capitolo 13: identificazione e quantificazione dei prodotti di decomposizione di dispositivi medici realizzati in polimero;
  • Capitolo 14: identificazione e quantificazione dei prodotti di degradazione dalla ceramica;
  • Capitolo 15: identificazione e quantificazione dei prodotti di decomposizione da metalli e loro leghe;
  • Capitolo 16: progettazione dello studio tossico-cinetico per prodotti di decomposizione e prodotti estraibili;
  • Sezione 17: determinazione dei limiti accettabili per le sostanze che possono essere colate;
  • Sezione 18: proprietà chimiche dei materiali.

Le nostre prove di biocompatibilità

Test’ing, insieme ai laboratori del Gruppo White Lab, fornisce i seguenti test di valutazione del rischio biologico per aiutare i produttori a soddisfare i requisiti per le prove di biocompatibilità previsti dalle norme ISO 10993 e USP

I Laboratori White Lab sono certificati come Centro di Saggio che operano secondo i principi delle Buone Pratiche di Laboratorio (BPL) per le prove di Biocompatibilità. 

Un team altamente qualificato e costantemente aggiornato fornisce un servizio di supporto nella scelta dei test da eseguire e delle modalità di conduzione specifiche per il dispositivo o il materiale da esaminare, attraverso la stesura di Razionali e Protocolli Operativi.

La nostra offerta di prove di Biocompatibilità in vivo e in vitro, eseguiti in accordo con le linee guide internazionali di riferimento, comprende:

  • Test di citotossicità

MEM Elution, MTT, diffusione in agar, contatto diretto

La valutazione di citotossicità è essenziale per determinare il grado di tossicità intrinseca di un dispositivo medico o materiale. Questi test sono condotti mediante tecniche di coltura cellulare, utilizzando metodologie in vitro di eluizione e di sovrapposizione di agarosio.

  • Test di sensibilizzazione allergica

Questa valutazione determina il potenziale di un materiale o di un prodotto di indurre una risposta sensibilizzante o allergica in seguito a esposizioni prolungate.

  • Test di irritazione

Cutanea, delle mucose.

Questi test sono svolti per appurare la reattività cutanea di un dispositivo medico, comprendendo reattività cutanea primaria, oculare, intracutanea e test di irritazione cutanea in vitro.

  • Test di reattività intracutanea

Mediante l’inoculazione di estratti del dispositivo in un modello cutaneo, si osservano e misurano le reazioni locali, fornendo dati critici per assicurare la sicurezza e l’adeguatezza del dispositivo, nel rispetto delle normative vigenti.

  • Test di impianto: intramuscolare, sottocutaneo e osseo

I test di impianto valutano gli effetti patologici locali su un tessuto vivente di un campione di materiale o di un prodotto finale che viene impiantato chirurgicamente o posizionato nel sito dell’impianto o del tessuto appropriato rispetto a quanto utilizzato.

  • Test di tossicità sistemica

Acuta, subacuta, subcronica.

Queste prove valutano la tossicità di agenti chimici, medicinali e altri, a seguito di varie modalità di esposizione. Questi dati informano sulle necessità di imballaggio protettivo, etichettature di avvertenza ed equipaggiamento di protezione.

  • Pirogenicità LAL

Test cinetico cromogenico (Eu.Ph. § 2.6.14 Method D; USP <85>)

Prove che hanno l’obiettivo di evitare che eventuali sostanze pirogene possano indurre reazioni febbrili potenzialmente rischiose.

 

  • Test di attivazione dei monociti (Eu.Ph. 2.6.30)

Il test dell’attivazione monocitaria (MAT) permette l’identificazione sia di pirogeni endotossici che non endotossici. Questo test si basa sull’incubazione di monociti con il campione da testare, simulando così la risposta immunitaria umana.

  • Test di mutagenicità

Test di AMES per lo studio della mutazione inversa batterica.

Queste analisi genetiche sono progettate per quantificare la capacità di agenti fisici o chimici di indurre mutazioni genetiche. Servono quindi come indicatori della genotossicità di un determinato agente.

  • Test di genotossicità MLA

Mouse Lymphoma Assay Gene Mutation Test.

I test di genotossicità sono indispensabili per rilevare la presenza di agenti tossici che possono influenzare il materiale genetico all’interno delle cellule.

  • Test di emocompatibilità

  • conta delle piastrine (trombociti),
  • attivazione del complemento SC5b (saggio immunologico),
  • fibrinogeno,
  • ematologia: PTT (tempo di tromboplastina parziale non attivato), trombogenicità, attivazione piastrinica,
  • b-TG e PF4, TATC (test trombina – antitrombina);
  • emolisi

Comprende test di trombogenicità, coagulazione, piastrine, emolisi, ematologia e test sul sistema del complemento. Questi valutano l’impatto dei dispositivi medici a contatto con il sangue, esaminando la reattività del sangue e dei suoi componenti.

 

  • Screening di cancerogenicità

È un metodo utilizzato per valutare il potenziale cancerogeno di sostanze chimiche o agenti fisici. Questo tipo di screening è importante nella ricerca oncologica e nella valutazione della sicurezza dei prodotti chimici, poiché fornisce informazioni preliminari sulla possibile cancerogenicità di una sostanza prima che essa venga ulteriormente testata in studi più complessi o in studi clinici.

  • Extractables and Leachables secondo ISO 10993 Part 17 (Establishment of allowable limits for leachable substances) e Part 18 (Chemical characterization of materials; USP <1663> and <1664>).

Extractables: Gli “extractables” sono composti chimici che possono essere estratti da un materiale (ad esempio, un componente di un dispositivo medico) quando esposto a solventi o condizioni estreme che non sono necessariamente quelle di utilizzo normale. Questi test sono importanti per identificare tutte le sostanze potenziali che potrebbero essere rilasciate dal materiale.

Leachables: I “leachables”, invece, sono sostanze chimiche che effettivamente migrano dal materiale in condizioni di utilizzo normale, entrando in contatto con il paziente o l’utente. Questi composti possono essere rilasciati nel corso del tempo e nelle condizioni effettive di utilizzo del dispositivo.

Questi standard sono fondamentali per garantire che i materiali utilizzati nei dispositivi medici siano sicuri e non rilascino sostanze nocive che potrebbero avere effetti avversi sulla salute degli utenti.

I test di biocompatibilità previsti possono variare a seconda della tipologia di dispositivo medico, all’invasività, alla durata e tipo di contatto con i tessuti umani.

Offriamo una gamma completa di valutazioni, inclusi test in vivo e in vitro, nonché alternative in vitro ai test in vivo, per una valutazione completa dell’impatto dei dispositivi medici sulla salute del paziente.

 

Test’ing | White Lab 

Test’ing, insieme ai laboratori del gruppo White Lab, vanta di una solida esperienza, personale altamente qualificato, ed è il giusto partner per il raggiungimento dei vostri obiettivi.

Effettua con Test’ing | White Lab la valutazione biologica per garantire la sicurezza del tuo Dispositivo Medico con studi di Biocompatibilità condotti secondo le Buone Pratiche di Laboratorio (BPL) e in linea con gli standard internazionali ISO 10993, USP, ASTM e OECD.

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